Dal Texas: King Ranch casserole

”Casserole” significa pirofila, e, per estensione, è anche il nome di tutta una gamma di preparazioni che vengono cotte in una pirofila.
Naturalmente la pirofila non è sufficiente: per dire, il pollo arrosto o la lasagna o la pasta al forno non possono mai diventare “casseroles“.
Gli altri requisiti sono:
1) ci devono essere dei carboidrati (va bene tutto: patate, pasta, pane…)
2) devono essere combinati con verdura o ortaggi, carne o pesce
3) ci deve essere una qualche salsa e del formaggio
4) devono cuocere in forno.

Ad esempio la famosa/famigerata green beans casserole: fagiolini, funghi, panna, formaggio e pangrattato; una specie di fagiolini gratinati peró belli carichi di grassi… immancabile sulla tavola del Giorno del Ringraziamento, rende il tacchino preferibile.
Oppure la sweet potato casserole, anche questa tradizionale a Thanksgiving: patate dolci, uova, latte, noci pecan, zucchero di canna (ma esistono versioni con i marshmallows…). Ah, e non è un dessert, si mangia come contorno al tacchino di cui sopra. Giuro.

In pratica, di solito si tratta di piatti accozzaglia, da 15mila calorie solo a guardarli, la prova definitiva del fatto che la risposta tradizionale Americana alla cucina è il panico: non so cucinare, allora ci butto dentro di tutto, che Dio me la mandi buona, tanto questa è la terra dell’abbondanza, God bless America.
Se avete frequentato un pochino questo blog sapete già che io non ho nulla contro la cucina americana, anzi! Apprezzo ed ho fatto mie tantissime cose, considero Houston un paradiso gastronomico. Ma è solo da poco che gli chef indigeni hanno cominciato a capire che LESS IS MORE per davvero, prima, per generazioni le cose sono andate diversamente.
Non ci dobbiamo mai dimenticare che gli Americani sono partiti come Inglesi. Ecco, possiamo dire che la cucina Americana tradizionale sia un Inglese che prova a cucinare Francese: burro, formaggio, panna e besciamella ovunque.
Non è un caso nemmeno che la cucina “italiana” abbia sbancato negli USA, perché la nostra cucina ben si presta al sovraccarico, al pasticcio… qui ogni ristorante italian ha sul menu l’opzione “add chicken 2$” accanto ad ogni tipo di pasta o pizza. Che schifo, lo so.

Ma sto divagando. Adesso che ci siamo capiti su cos’è in generale una casserole, passiamo specificamente alla King Ranch casserole.
Io non ne avevo mai sentito neanche parlare prima che la pandemia cominciasse, e poi stranamente, in tutti i supermercati hanno fatto la loro comparsa vaschette monoporzione, anche di chef famosi, tipo il mio adorato Chris Shepherd.

A questo punto ero incuriosita. Quindi ho cercato online ed ho scoperto che se esistesse un piatto tipico del Texas, sarebbe questa King Ranch casserole, che è il piatto più preparato e portato alle feste, alle occasioni in cui ognuno-porta-una-cosa, alle veglie funebri (!). E la ragione per cui non ne avevo mai sentito parlare è che non e’ un piatto da ristorante, è una di quelle cose che ti prepara la nonna quando si va a trovarla la domenica, il comfort food Texano per eccellenza, ed ecco perché ha fatto questa comparsa in massa durante il 2020: perché la gente aveva bisogno di conforto.

Si tratta di un pasticcio di tortillas e pollo, con salsa di peperoni e pomodoro, ed ovviamente una svalangata di formaggio. E devo dire che davvero è decisamente confortante, quasi soddisfacente!
Un piatto molto ricco, come suggerito anche dal nome: il King Ranch è una proprieta’ qui in Texas di più di 3300 km quadrati, un ranch gigantesco che è diventato anche un brand di generi di lusso (incluso un pick-up truck della Ford che costa più’ di 50mila $). Curiosamente, i proprietari del King Ranch negano ogni parentela con la casserole che porta il loro nome… ma dev’essere un po’ come quando noi diciamo che una cosa e’ la Ferrari della sua categoria: un complimento.

KING RANCH CASSEROLE

Per questa ricetta ho sintetizzato le consuete fonti texane + la ricetta che usa l’unica nonna che frequento qui in Texas. Poi magari a breve vi racconto come cucinano le casalinghe disperate di qui in un post dedicato.
Mangiata appena fuori dal forno è buona, riscaldata è anche meglio, e si surgela una meraviglia. Buona per i momenti di sconforto.

Ingredients:
60 gr burro
1/2 cipolla, tritata
2 spicchi d’aglio, tritato
1 peperone rosso, a dadini
1 peperone “poblano” (sostituzione: peperone verde), a dadini
2 peperoncini jalapeños (sostituzione: 1 peperoncino fresco), a dadini
200 gr di funghi champignons
2 tsp ancho chile in polvere (sostituzione: con paprika non affumicata)
1/2 tsp pepe di Cayenna
1/2 tsp peperoncino in polvere
1 tsp cumino in polvere
2 cucchiai di farina
500 ml di brodo di pollo
1 barattolo di Ro-Tel (sostituzione: 1/2 barattolo di polpa di pomodoro a pezzi)
250 ml di panna fresca
1 pollo arrosto (o bollito), tagliato a pezzi o sfilacciato
12 tortillas di mais
125 gr di cheddar & 125 gr di Monterey Jack, grattugiati grossi (per la sostituzione, vedi sotto)

Per la salsa: fondere il burro in una pentola capiente e far dorare le cipolle a fuoco moderato finché non diventano morbide e trasparenti (circa 5 minuti), poi aggiungere l’aglio ed i peperoni. Quando i peperoni saranno morbidi (dopo una decina di minuti) aggiungere i funghi. Quando anche i funghi saranno morbidi, aggiungere il il mix di spezie e la farina, mescolando per distribuire. A questo punto aggiungere 250 ml di brodo di pollo e cuocere, mescolando costantemente, finché la salsa non si addensa. Aggiungere la polpa di pomodoro, salare, pepare e cuocere a fuoco lento per altri 15 minuti. Spegnere ed aggiungere la panna.

Assemblaggio: coprire con uno strato di salsa il fondo di una pirofila rettangolare (la mia è 24 x 30 cm). Immergere ogni tortilla nel rimanente brodo di pollo e sistemarla sul fondo, sovrapponendo leggermente i bordi. A me sono servite 6 tortillas per ogni strato.
Distribuire il pollo sopra le tortillas, coprire con metá della salsa e seguire con metá del mix di formaggi.
Fare il secondo strato di tortillas > pollo > salsa > formaggio.

Forno: infornare per una mezz’oretta in forno preriscaldato a 180°, finché la superficie non è bella dorata.

DUE PAROLETTE SU COME SOSTITUIRE I FORMAGGI AMERICANI: cominciamo con il dire che non è affatto difficile, visto che i nostri formaggi sono mediamente molto superiori a quelli di qui. Voglio dire che non vale minimanente la pena di girare 20 supermercati per trovare il cheddar o andare a setacciare negozi specializzati per trovare del Jack cheese… basta un formaggio a pasta relativamente molle, tipo fontina, o anche caciotta. Groviera magari no, perchè è piccante, ma se vi piace va benissimo. Sostituire il cheddar non è altrettanto facile per via del colore (è arancione, tipo la casacca dell’Olanda), ma non dovrebbe essere difficile da trovare anche in Italia. E se no, anche chissene frega del colore!

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